Page 27 - Attimi piccanti
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In treno

Da Palermo dovevo andare a Torino, alla stazione ferroviaria prendo la freccia del
sud, avevo già il biglietto con il numero della cabina e il posto assegnato, salgo sul
treno, sistemo la valigia e mi siedo. Accanto a me c'è una famiglia di quattro persone,
di fronte, una bella signora vestita in nero, di fianco a lei un ragazzo. È mattina
presto, il viaggio sarà lungo, in cabina si sta più che comodi.
Il treno è in viaggio, ogni tanto cammino nel corridoio, guardo dal finestrino, così
passa il tempo più veloce. La signora di fronte aveva bisogno di prendere la sua
valigia, io subito mi sono alzato per aiutarla, lei gentilmente mi ha ringraziato. Prende
un libro da leggere, richiude la valigia ed io ritorno ad aiutarla, lei mi ringrazia di
nuovo.
Dopo un po' si alza e si mette davanti al finestrino, io la seguo, ci scambiamo qualche
parola, qualche sorriso, dopo di ciò seguono altri argomenti, tra i quali qualcuno un
po piccant. Vedevo che questo tipo di argomento le piaceva tanto, a me pure, quindi
ci addentriamo quasi ad episodi sensuali.
Parla e parla, l'eccitamento sale, vedo che anche a lei sale in quanto le diventa il viso
rosso. Mentre parliamo io, volutamente, mi sposto da destra a sinistra passandoci di
dietro, mantenendomi stretto a lei. In questo modo sfioravo con il mio coso già
all'attenti le sue natiche, questo andar vieni a lei non le dispiaceva, anzi ogni volta che
se lo sentiva mi guardava e mi sorrideva compiaciuta.
Nel corridoio c'era gente, ma nessuno si accorgeva di questo intrigo libidinoso. In un
momento che nel corridoio no c'era nessuno ripeto la manovra, questa volta, lei se lo
sente di più, con un furtivo movimento ed una veloce spinta del bacino verso dietro,
mi blocca.
Avevo quel coso proprio in mezzo alle sue natiche, il vestito largo e leggero faceva sì
che quasi entrasse dentro le cosce, lei faceva un movimento ondulatorio che quel
coso lo faceva sbattere a destra e a sinistra, lo spingeva più forte possibile, gemeva, si
agitava, spasimava, anch'io ero in preda alla massima erezione, lei gira le braccia li
porta dietro e con le mani si impadronisce anche se è dentro nella custodia del mio
coso. Se lo stringe forte in mano, se lo sente suo, io spingo in avanti per darglielo
tutto, lei fa maggiore prese a tal punto che si ci bagna la mano.
Nel corridoio non c'è nessuno, lei molla la presa, si gira e con un sorriso di
compiacimento, poggia le sue labbra sulle mie, ci baciamo caldamente,
profondamente, le nostre lingue si intrecciano a cercare il sapore della nostra libidine,
mettendomi le mani in viso, mi ringrazia del dono che le ho fatto.
Passano ore i nostri sguardi sono molto diversi di quelli di prima, nei nostri sguardi si
vede benissimo che c'è una intesa passionale. La stanchezza si incomincia a sentire,
qualcuno della cabina manca, restiamo in pochi e quei pochi dormono.
Lo sguardo non lo perdiamo, ci parliamo con gli occhi, mentre si alza la veste fino
alle ginocchia, allarga le gambe mettendo in mostra le mutandine rosse e i reggi calze
sopra le calze nere. È un spettacolo indescrivibile, la pressione mia sanguigna mi sale

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