Page 23 - Attimi piccanti
P. 23
In ascensore

Sono andato a portare dei documenti ad un Ente, c'era una fila da far paura, preso il
numero aspettavo. Dopo un'oretta e passa arriva il mio turno, entro in un ufficio,
parlo con la responsabile della pratica, ma mi dice che mancano alcuni documenti,
Dopo avere esaminato bene la pratica, mi dice che c'è bisogno di parlare con il
direttore perché riscontra qualche anomalia. Prende tutti i documenti li mette in una
carpetta e mi chiede di seguirla.
Dopo un corridoio lunghissimo, arriviamo davanti ad un ascensore, mi dice che
dobbiamo salire al quarto piano. Preso l'ascensore pigia il numero quattro e saliamo.
Dopo una ventina di secondi l'ascensore si ferma, si blocca, restiamo così senza
sapere cosa fare, pigiamo tutti i numeri ma è tutto inutile, l'ascensore non si muove.
La signora preoccupatissima cerca di chiamare qualcuno con il cellulare ma non
risponde nessuno.
Dopo un po' riceve un messaggio, le dicono di stare tranquilla che stanno già
provvedendo a ripristinare l'ascensore. Già sia lei che io siamo stanchi ad aspettare,
giriamo dentro quella scatola senza meta, nel frattempo arriva un'altro messaggio,
dicono che ancora ci vogliono un paio d'ore per farlo funzionare. La cosa è molto
fastidiosa, le dico di sederci magari per riposarci un po'.
Già la temperatura dell'abitacolo si è riscaldata, fa caldo, lei si toglie la giacca, rimane
con una camicetta bianca trasparente, è senza reggiseno, si vedono le belle forme del
seno, i capezzoli spingono la camicetta come se volessero uscire fuori. È una
bellissima donna, bionda, alta, coscia lunga, formosa, molto sensuale. Si siede.
Anch'io mi tolgo la giacca e mi siedo accanto a lei.
Cerchiamo di consolarci entrambi. La stanchezza si fa sentire di più, lei poggia la
testa nella mia spalla, io con il braccio la tengo stretta per reggerla. Il caldo comincia
a essere opprimente, io mi sbottono la camicia fino a giù, rimango quasi a petto nudo,
lei si sbottona pure, non tanto, ma già il seno bello sodo è fuori.
Io imbarazzatissimo non so cosa fare, mi mantengo nelle mie per non essere
invadente, lei, stanca, si sdraia un po', si mette la testa sulle mie gambe, con la
guancia rivolta verso me, poggia proprio su quello che già si era svegliato.
Lei non stava ferma con la testa, si muoveva e così si muoveva pure lui, lei si
muoveva bene sembrava che ascoltasse della musica e di conseguenza il movimento
accompagnava il ritmo.
Lei già da tempo si era accorta dell'evoluzione di lui e continuava imperterrita,
voltava lo sguardo in me mi sorrideva, come se volesse dire: posso?. Ma certo che
puoi pensavo! All'ascensore ormai non ci pensavamo più, eravamo lì belli sistemati
che sembrava di essere in paradiso.
Lei convinta di quello che stava facendo, mi sbottona la patta e tira fuori quello che
lei desiderava. Lui esce spavaldo dritto e pronto a rendersi utile. Lei con eleganza
prima lo guarda per bene, poi lo accarezza e con movimento lento, dolce lo prende in
bocca.

23
   18   19   20   21   22   23   24   25   26   27   28