Page 2 - Attimi piccanti
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Sul tram

In una giornata d'estate, con un caldo afoso, su un tram affollatissimo, eravamo in
piedi, io e Gemma, uno di fronte all'altro, cercando di mantenere il nostro piccolo
spazio. In ogni fermata la gente entrava a massa e il nostro spazio diventava sempre
di meno. Nelle varie fermate entrava tanta gente e per farsi un po' di posto spingeva
con forza, una spinta ti ha fatto sbattere contro di me. Tu non hai fatto niente per
liberarti dalla stretta, hai alzato la testa, ci siamo guardati scambiandoci un piacevole
sorriso di consenso.
Il tuo corpo incollato al mio non mi dispiaceva, capivo che non dispiaceva neanche a
te, anzi facevi il modo di non allontanarti. Essendo un po' più piccolina di me,
guardandoti di sopra, intravedevo una scollatura ove le forme del tuo seno erano ben
visibili, erano lì poggiate strettamente al mio petto. Tu indossavi un jeans leggero e
una maglietta fine, senza reggiseno, io indossavo una camicia leggerissima fin troppo
sbottonata davanti e un pantalone anch'esso leggero.
Il movimento ondulatorio del tram e tu che l'accompagnavi con maestria, mi faceva
sentire un piacere nuovo, inaspettato.
Il tuo seno sodo, caldo, me lo sentivo addosso, dentro di me, i tuoi capezzoli dritti e
rigidi, quasi mi pungevano, proprio sotto la camicia a contatto con il mio poco pelo
che ho nel petto. Sentivo un piacere molto sensuale, cercavo di condividerlo con te,
desideravo il tuo sguardo, ma tu te ne stavi con gli occhi rivolti in basso. Guardavi
giù, guardavi qualcosa che volevi farlo tuo, qualcosa che tenevi stretto al tuo ventre,
qualcosa che si muoveva a suon di musica.
Era tutta una melodia, mentre muti senza dire una parola, quasi senza respirare,
godevamo attimi piccanti, passionali. Tu ti giravi con il corpo velocemente sia a
destra che a sinistra, come se volessi strappare parte del pantalone e liberare quello
che avresti voluto accarezzare con le mani. Ti giravi freneticamente, come se volessi
strappare anche la maglietta che indossavi e offrirmi libero e spavaldo il tuo focoso
seno con i due condottieri pronti a trafiggere il mio petto. Io ero molto eccitato,
anche tu lo eri.
Così come io vedevo e sentivo il tuo seno su di me, così anche tu sentivi e vedevi
quel piacevole peso su di te, ma nessuno dei due è andato oltre, eravamo li ad
assaporare quello che il tempo ci donava. Certo non ci distoglievamo dalla piacevole
stretta, anzi cercavamo di rimanere ancora più incollati. Volevo guardarti negli occhi,
vedere e capire se quello che sentivo io, lo sentissi pure tu, ma niente, tenevi la testa
verso giù. Osai con la mano accarezzarti i capelli, come segno di consapevolezza, di
complicità.
Volevo abbracciarti, ma non ho osato, aiutato da una brutta frenata del tram, ci
ritroviamo abbracciati. Uun'altra fermata, si aprono le porte, entrano ed escono tante
persone, tra la confusione, sento che tu non sei più stretta a me, sei sparita, sei scesa
senza accorgermi, sei volata via, così, senza dirmi nemmeno una parola, senza
scambiarci un sorriso, senza dirmi ciao.

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