Page 6 - Attimi piccanti
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In pizzeria
Una sera quattro coppie di amici sposati, decidemmo di andare in pizzeria.
Era una sera d'estate, così abbiamo deciso di andare in un posto vicino alla spiaggia.
Gli uomini indossavamo maglietta e jeans, le donne un po' diverse fra loro, chi
qualcosa di trasparente, chi camicia alquanto sbottonata mettendo in mostra il proprio
davanzale, chi con gonna a lungo spacco, insomma le donne erano alquanto
provocante.
Era una bellissima serata si stava proprio bene, eravamo tutti allegri, si parlava del
più e del meno, qualcuno raccontava qualche barzelletta, qualcuno qualche episodio,
le donne ascoltavano con interesse interloquivano alle discussioni. Qualcuna di loro,
cercava di mettere in mostra il proprio corpo per far capire che era la migliore del
gruppo. Mentre parlavamo, mangiavamo la nostra pizza, senza volerlo, con il mio
piede ho toccato il piede della amica di fronte, subito io ho chiesto scusa, lei mi ha
risposto con un bel sorriso, come se mi volesse dire di farlo ancora. Il sorriso si è
ripetuto più volte, gli sguardi s'incontravano di continuo, allora, deciso, allungai di
nuovo il piede toccando il piede di lei.
Mi è parso che aspettava questo momento, mi stringe il piede con le sue gambe così
forte che mi è sembrato di metterlo in una morsa. I nostri sguardi adesso sono
diventati molti più frequenti, quasi non vedevamo più gli amici che erano con noi.
Allungando le mani per prendere i bicchieri ci sfioravamo di proposito, stavamo
fermi per sentire il contatto di più. Ormai la nostra complicità era perfetta, ci
parlavamo con gli occhi. il desiderio di prenderci per mano era forte, ma non
abbiamo osato.
Finita la pizza, al centro della sala si ballava, una di loro propone di fare quattro salti,
tutti abbiamo acconsentito. Ognuno con le proprie moglie ballavamo, nel giro che
facevamo lei non mi toglieva gli occhi di dosso, altrettanto facevo io. Eravamo tutti
vicini ad un tratto, proprio quando lei stava vicino a me, a voce alta e sicura dice:
"Èchange les dames" si gira e mi prende al volo. La musica suonava un valzer, io la
tenevo stretta a me, sentivo il suo caldo corpo addosso e per paura che suo marito ci
vedesse mi mantenevo un po' lontano.
Averla stretta a me, non mi sembrava reale, L'eccitamento già dava segno che c'era,
lei nella stretta capisce e sente che qualcosa si muove, mi stringe ancora di più, ormai
se lo sento tutto addosso, se lo sente nel ventre essendo un po' più piccolina di me, mi
stringe ancora, lo vuole tutto per se.
Lei, oltre alla cadenza del valzer, muoveva i fianchi a destra e a sinistra in un modo
così artistico che il movimento stesso fa sì che il suo ventre con uno veloce strappo
libera il prigioniero che ormai non poteva stare più nella gabbia.
Ci sentivamo come nel film "Il Gattopardo", godevamo di quegli attimi piccanti di
piacere e di passione. ci cullavamo in quella melodia, abbracciati stretti senza aver
timore di nessuno, Ormai il prigioniero era libero, era più spavaldo, lei però lo
dominava, era lei a decidere i movimenti, e poverino era costretto ad andare a destra e
a sinistra, comandato dal ventre di lei.
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Una sera quattro coppie di amici sposati, decidemmo di andare in pizzeria.
Era una sera d'estate, così abbiamo deciso di andare in un posto vicino alla spiaggia.
Gli uomini indossavamo maglietta e jeans, le donne un po' diverse fra loro, chi
qualcosa di trasparente, chi camicia alquanto sbottonata mettendo in mostra il proprio
davanzale, chi con gonna a lungo spacco, insomma le donne erano alquanto
provocante.
Era una bellissima serata si stava proprio bene, eravamo tutti allegri, si parlava del
più e del meno, qualcuno raccontava qualche barzelletta, qualcuno qualche episodio,
le donne ascoltavano con interesse interloquivano alle discussioni. Qualcuna di loro,
cercava di mettere in mostra il proprio corpo per far capire che era la migliore del
gruppo. Mentre parlavamo, mangiavamo la nostra pizza, senza volerlo, con il mio
piede ho toccato il piede della amica di fronte, subito io ho chiesto scusa, lei mi ha
risposto con un bel sorriso, come se mi volesse dire di farlo ancora. Il sorriso si è
ripetuto più volte, gli sguardi s'incontravano di continuo, allora, deciso, allungai di
nuovo il piede toccando il piede di lei.
Mi è parso che aspettava questo momento, mi stringe il piede con le sue gambe così
forte che mi è sembrato di metterlo in una morsa. I nostri sguardi adesso sono
diventati molti più frequenti, quasi non vedevamo più gli amici che erano con noi.
Allungando le mani per prendere i bicchieri ci sfioravamo di proposito, stavamo
fermi per sentire il contatto di più. Ormai la nostra complicità era perfetta, ci
parlavamo con gli occhi. il desiderio di prenderci per mano era forte, ma non
abbiamo osato.
Finita la pizza, al centro della sala si ballava, una di loro propone di fare quattro salti,
tutti abbiamo acconsentito. Ognuno con le proprie moglie ballavamo, nel giro che
facevamo lei non mi toglieva gli occhi di dosso, altrettanto facevo io. Eravamo tutti
vicini ad un tratto, proprio quando lei stava vicino a me, a voce alta e sicura dice:
"Èchange les dames" si gira e mi prende al volo. La musica suonava un valzer, io la
tenevo stretta a me, sentivo il suo caldo corpo addosso e per paura che suo marito ci
vedesse mi mantenevo un po' lontano.
Averla stretta a me, non mi sembrava reale, L'eccitamento già dava segno che c'era,
lei nella stretta capisce e sente che qualcosa si muove, mi stringe ancora di più, ormai
se lo sento tutto addosso, se lo sente nel ventre essendo un po' più piccolina di me, mi
stringe ancora, lo vuole tutto per se.
Lei, oltre alla cadenza del valzer, muoveva i fianchi a destra e a sinistra in un modo
così artistico che il movimento stesso fa sì che il suo ventre con uno veloce strappo
libera il prigioniero che ormai non poteva stare più nella gabbia.
Ci sentivamo come nel film "Il Gattopardo", godevamo di quegli attimi piccanti di
piacere e di passione. ci cullavamo in quella melodia, abbracciati stretti senza aver
timore di nessuno, Ormai il prigioniero era libero, era più spavaldo, lei però lo
dominava, era lei a decidere i movimenti, e poverino era costretto ad andare a destra e
a sinistra, comandato dal ventre di lei.
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