Page 32 - Mastru Vicenzu lu pitturi
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Mastro Vincenzo il pittore

Primo racconto
Signore e signori, donne nubili e sposate, giovanotti e tutti voi amici con cravatta e
ben vestiti, vi racconto la storia di mastro Vincenzo il pittore. Lavorava giorno e
notte, faceva il lavoro d’imbianchino, ripristinava porte, finestre e balconi e tutto
quello che gli capitava, fino a quando durava la fortuna.
Mastro Vincenzo, per moglie aveva Pina, “Pinuzzedda”, la chiamavano in paese,
donna piccolina e bella. Era guardata da tutti, dagli uomini era tanto desiderata.
Camminava timidamente con le gambe strette e teneva il seno all’insù, era la donna
più bella del paese. Quando camminava, teneva sempre gli occhi a terra, ma quando
li alzava e guardava qualcuno, l’uomo si sentiva tutto eccitato.

Secondo racconto
Sentite quello che c’è da sentire. “Pinuzzedda” era figlia della signora Maria la panet-
tiera e del signor Sebastiano, che si adattava a fare qualsiasi lavoro. Persone laborio-
se, oneste e sincere. Guardavano la figlia meglio dei propri occhi. “Pinuzzedda” era
il gioellino della casa. Dal marito era amata e benvoluta. Lei non usciva mai, nean-
che per fare la spesa, andava solo in chiesa a pregare Gesù e Maria, così sembrava!

Terzo racconto
Ascoltate quello che c’è d’ascoltare, “Pinuzzedda”, piccolina per com’era, sembrava
una brava donna. Non vedeva l’ora che uscisse suo marito, appena fuori la porta,
proprio lì davanti, subito faceva entrare l’amante.
Nel paese si parlava di una “fuitina”. “Pinuzzedda” era scappata con un prete,
vestito con la tonaca, sembrava un angelo grazioso e bello. Si chiamava Padre
Giovanni, più piccolo di lei, almeno di una ventina d’anni.

Quarto racconto
Un giorno, svegliandosi di primo mattino, mastro Vincenzo non trovò sua moglie in
casa, la cercò, guardò dappertutto, ma non la trovò, allora capì che sua moglie se n’era
scappata. Nel paese lo sapevano tutti, di qualsiasi ceto, solo lui non lo sapeva, il
povero marito. Mastro Vincenzo, il pittore, ha lavorato una vita per fare della propria
moglie una regina, ma di corna aveva la casa piena.

Quinto racconto
Quel povero cornuto di mastro Vincenzo, se glielo avessero detto, non avrebbe cre-
duto a ciò, tanto voleva bene e tanta fiducia aveva in sua moglie. Ora capisce perché
dentro casa c’era tanto incenso, ovunque si girava, vedeva e sentiva odore d’incenso.
Ne aveva la casa piena, persino sopra le sue corna, levigate da quella traditrice di sua
moglie. Disperato, martoriato e sconvolto, mastro Vincenzo, non si dava più pace,
tanto amore aveva dato a sua moglie. Non le aveva fatto mancare niente, aveva veste,
calze, slip e reggipetti, tutti con merletti. Ora, poverino, è proprio distrutto,
questo è il risultato.

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