Page 7 - Mastru Vicenzu lu pitturi
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Prefazione

Pittore, poeta, narratore, drammaturgo,
sceneggiatore, portavoce del dialetto siciliano,
Giuseppe Cardella, in questa sua storia “Mastru
Vicenzu lu pitturi” si cimenta quale autore di un
ulteriore genere artistico-letterario: il cantastorie,
tradizionale figura di intrattenitore ambulante, che si
sposta di città in città raccontando una favola, una
storia, un fatto, con l’aiuto del canto e spesso di un
cartellone in cui sono raffigurate le scene salienti del
racconto. Scene salienti del racconto rappresentate in
un arazzo, nella sua fabula, in ordine cronologico,
dagli allievi del Liceo Artistico “G. Bonachia”, con
entusiasmo e sapienza guidati dai loro docenti. Mi
piace vivere questo arazzo come uno dei cartelloni che
i cantastorie siciliani mostravano nella piazza
principale del paese o in un angolo di una strada
frequentata, e, con l’aiuto di una canna, indicavano il
susseguirsi delle scene e cantilenavano le vicende
dell’evento.

E’ stata sempre, questa, una forma di entrare
in contatto con gli altri, raccontando un episodio
storico conosciuto o un recente fatto di cronaca,
trasformando un vissuto quotidiano quasi in un mito.
E’ la caratteristica della letteratura orale, dagli antichi
aedi e rapsodi greci, ai giullari, menestrelli e trovatori
medievali, che andavano da castello in castello, da
villaggio in villaggio. E’ un genere universale, presen-
te anche in altre culture, come l’indiana, l’africana,
l’islamica con le sue novelle di Mille e una Notte che
venivano raccontate girando da bazar in bazar.

Nel filone dei cantautori sono presenti parecchi
generi letterari: dalla francese Chanson de Geste,
presente nella nostra Opera dei Pupi, alle saghe
nordiche. In Sicilia si è iniziato con i giullari della
Scuola Siciliana, come Ciullo/Cielo d’Alcamo e si è
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