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LACRIME E SOFFERENZE

“Lacrime di sangue che Cristo ha fatto scorrere sulla terra per salvare noi peccatori. Cristo messo in croce dallo stesso perfido uomo che il Padre Nostro ha creato. Ancora oggi, piangiamo lacrime di sangue per i nostri figli che si perdono per il gioco, per il denaro, per la prepotenza, per l’ignoranza, per la droga, per il potere, per la guerra. Esiste la pace?
Sì esiste! Bisogna saperla cercare, saperla prendere, farla nostra, portarla in casa ed offrirla a chi non è capace di averla. Il mondo e la vita sarebbero belli se in ognuno di noi ci fosse anche una sola molecola di pace”.

“Lacrime e sofferenze” è il titolo di questa riflessione, quasi una lirica poetica, del pittore Giuseppe Cardella di Ribera che vuole, con la sua ennesima opera artistica, onirica e tridimensionale, raffigurare la sofferenza di Gesù Crocifisso con la quotidiana sofferenza dell’umanità, dei più deboli, dei diseredati, di coloro che si lasciano trascinare dal vizio o di quanti sono succubi dei poteri forti, politici ed economici che dir si voglia.
La tela si presenta in maniera significativa perché mostra accennato oniricamente  il volto sofferente ed insanguinato di Gesù durante la Crocifissione. La corona non è di spine pungenti, bensì di filo spinato, così come la croce, che ci richiama alla mente gli orrori delle guerre e dei campi di sterminio.




Il sangue, che scorre sull’intero busto del Cristo, sono le lacrime dell’umanità che piange alla ricerca di se stessa, di un prossimo sempre più lontano e di un Dio sempre misericordioso. Cardella, con il lavoro tridimensionale, tecnicamente prorompente, realizza una pittura-scultura e, con abile manipolazione, riesce a coniugare bene arte, religione e dramma dell’umanità.
                                                                                                                                          Enzo Minio