Plein air

La pittura all’aria aperta assunse nell’Ottocento la denominazione francese di "plein air". Essa era stata praticata, seppure a scartamento ridotto, sin dal Seicento ed anzi alcuni scorci paesaggistici e talune osservazioni sugli oggetti naturali, nonché efficaci scene ambientate all’aperto, sono rintracciabili già negli schizzi di Albrecht Durer (per tacere delle dirette osservazioni atmosferiche di Leonardo da Vinci). Peraltro, fu John Constable (1776-1873) il primo artista che si recò a lavorare all’aria aperta, proponendosi deliberatamente di cogliere l’aspetto estemporaneo dello scenario naturale nelle mutevoli condizioni di luce, clima ed atmosfera, sebbene talora obbedisse alla tradizione di comporre in studio grandi dipinti di paesaggio derivati dai piccoli, istintivi bozzetti ad olio. Gli impressionisti invece svolsero la loro opera all’aria aperta, sottolineando ulteriormente l’esigenza di cogliere le sensazioni immediate piuttosto che i meri fatti fisici; si distinsero in tale campo oltre agli impressionisti veri e propri, ad esempio, Corot, e, con estrema intensità Van Gogh. D’altra parte, fu inevitabile che molte opere fossero condotte a termine in studio e ci vogliono grandi doti d’improvvisazione per lavorare all’aria aperta, in quanto gli aspetti naturali sono soggetti a continue mutazioni temporali ed atmosferiche