Natura Morta

Un dipinto che abbia, per soggetto, delle cose inanimate. Di remotissima origine, la natura morta é, ad esempio, già reperibile nelle pitture tombali dell’antico Egitto, nelle riproduzioni di cibi che venivano usati come offerte votive presso i Greci e nella pittura romana, sia murale che su tavole. Come soggetto fine a sé stesso, tuttavia, la natura morta cominciò ad imporsi nel corso del XVI secolo, sebbene fosse praticata anche quando possedeva un prevalente contenuto simbolico religioso e morale come nel "momento mori" che esercitava una suggestiva pressione nel richiamare alla mente dell’uomo la sua condizione mortale. Gli artisti nord europei, e soprattutto quelli dei Paesi Bassi, hanno sempre mostrato una grande ed istintiva inclinazione per la pittura di oggetti, che si basasse sull’osservazione analitica dei particolari e fu in queste province che, nel corso del Seicento, la natura morta fruì di un eccezionale incremento, tanto sotto il profilo naturalistico, quanto per la sua capacità di stimolare l’interesse del pubblico. Nuovi esiti estetici raggiunse in Francia con l’opera di Chardin nel XVIII e con Cézanne sul finire dell’Ottocento. Nell’arte moderna, la natura morta non è soltanto divenuta strumento basilare per la grande conquista di espressioni astratte - come, ad esempio in Braque - ma è stata oggetto di trattazione continua da parte della scuola Kitchen Sink. Uno fra i più tipici naturamortisti figurativi del nostro secolo, é Giorgio Morandi.