Miniatura

La miniatura consistette nella decorazione pittorica di manoscritti, tramite capilettera figurati od illustrazioni del testo, eseguiti su pergamena o carta mediante colori ad acquerello. Le origini più remote risalgono all’antichità classica, ma essa prese grande sviluppo a partire dal VII secolo nei conventi e sopravvisse feconda per tutto il Medioevo in Europa, declinando soltanto con la decadenza del monachesimo e con l’invenzione e la diffusione della stampa. Più tardi la miniatura - il cui nome deriva da "minio", colore rosso cinabro che gli amanuensi usavano per le iniziali e per contornare le pagine - fu praticata con diverso scopo: divenne, cioè, una pittura a piccolissime dimensioni, per lo più destinata a ritratti (sola testa o mezzo - busto) e soltanto eccezionalmente a figura intera. Nel XV e XVI secolo si effettuavano miniature ad acquerello su pergamena o su carte da gioco (tarocchi), nel Settecento la pergamena fu sostituita da lastre d’avorio che potevano conservare il proprio tono naturale oppure essere ricoperte d’argento o di colore. Sebbene l’acquerello abbia continuato a venire intensamente usato, vi sono anche miniature dipinte ad olio, soprattutto su lastre metalliche.