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Una corrente pittorica che
ebbe capitale importanza per la formazione dellarte surrealista. Anche dietro i
suggerimenti del fratello, Alberto Savinio, fu Giorgio de Chirico a dar lavvio a
tale tendenza, praticando questo genere di pittura sin dalla vigilia della prima guerra
mondiale, ma fu soprattutto dopo il suo incontro - nel 1917 a Ferrara - con Carlo Carrà,
che larte metafisica assunse la sua definitiva fisionomia stilistica. I dipinti che
ne conseguirono erano caratterizzati da ambienti fissi in una loro cristallizzata
solitudine, di manichini privi di volti, da oggetti di nessun conto, cui venivano però
conferiti strani e suggestivi significati. Come in un sogno, le forme appaiono - in detta
pittura - eccezionalmente stagliate, ma implicanti un che di misterioso e dinesplicabile;
il colore, infine, si presenta di particolare intensità timbrica. Anche Giorgio Morandi
praticò felicemente la pittura metafisica sin verso il 1920.
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