Futurismo

Movimento artistico italiano che si propose di adeguare l’arte alla velocità e al dinamismo dell’età della macchina, collocando lo spettatore "all’interno dell’opera stessa". Il poeta Filippo Tommaso Marinetti pubblicò il primo Manifesto Futurista nel febbraio del 1909 e nel corso dell’anno successivo le sue concezioni - mercé la collaborazione di Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo - furono applicate alla pittura ed alla scultura, bandendosene un Manifesto generale. Nel tentativo di perpetuare le sensazioni dinamiche, i Futuristi cercarono di attuare il moltiplicarsi ed il compenetrarsi delle figure in movimento, usando linee diagonali convergenti e divergenti che suscitassero l’impressione del moto. Per quel che si riferisce alla gamma cromatica della pittura futurista, essa tenne conto sia degli effetti ottenuti dal Divisionismo, che delle gradazioni di grigi e di bruni del Cubismo. I più dotati esponenti di questo movimento, che ebbe virtualmente termine nel 1915 - anche se rinacque in forme derivate dopo la prima guerra mondiale -, furono Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Gino Severini; quest’ultimo stabilì però più diretti contatti con le contemporanee esperienze francesi.